23. Ilan Pappé. La prigione più grande del mondo. Storia dei Territori Occupati.
Fazi Editore, 2022.

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Ilan Pappé è uno storico israeliano, socialista, ebreo ma anti-sionista, che da sempre si occupa della Palestina (suo anche La pulizia etnica della Palestina, Roma, Fazi, 2008, sulla espulsione dei palestinesi negli anni Quaranta).

In questo nuovo libro rivolge l’attenzione all’annessione e all’occupazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. Il lavoro, frutto di anni di ricerche, è probabilmente l’analisi più completa mai scritta sulla genesi dei Territori Occupati e sulla vita quotidiana all’interno di quella che l’autore chiama, appunto, «la prigione più grande del mondo». Anche grazie attraverso l’analisi di documenti ufficiali israeliani recentemente declassificati (con omissis e censure, ma questo è la norma in tutto il mondo), Pappé esamina tutti gli aspetti dell’occupazione: le motivazioni e le strategie dei generali e dei politici israeliani, le infrastrutture legali e burocratiche e i meccanismi di sicurezza messi in atto dagli occupanti per tenere sotto controllo un milione di palestinesi. Infine, attraverso i documenti delle ONG che lavorano sul campo e i resoconti di testimoni oculari, Pappé denuncia gli effetti brutalizzanti dell’occupazione, dall’abuso sistematico dei diritti umani e civili ai blocchi stradali, dagli arresti di massa alle perquisizioni domiciliari, al trasferimento forzato degli abitanti autoctoni per far spazio ai coloni.

Molto spazio è anche dedicato alla storia della creazione dei rapporti internazionali, con Francia e Gran Bretagna prima, con gli Stati Uniti poi, e alla fabbricazione di un dibattito pubblico sul tema Palestina in cui qualunque critica allo Stato di Israele potesse essere trattata come “antisemitismo”.

Dal libro emerge come l’obiettivo ultimo di sempre dei politici sionisti sia “Israele da mare al Giordano” e come nel corso di 70 anni ogni occasione sia stata utilizzata, o appositamente creata, per questo scopo, con una manipolazione continua dell’opinione pubblica internazionale, portata a seguire un dibattito sulla pace che, nella ricostruzione di Pappé, è stato semplicemente di facciata.

Per evitare fraintendimenti va ricordato che il libro originale è del 2017, scritto quindi ben prima dei massacri di Hamas e della susseguente distruzione di Gaza.

(Per mia curiosità ho chiesto a ChatGpt di riassumere “La prigione più grande del mondo”. Ecco: "La prigione più grande del mondo" di Ilan Pappé è un libro che analizza la storia e le dinamiche del conflitto israelo-palestinese, concentrandosi in particolare sulla questione della Palestina e delle sue popolazioni. Pappé esplora come le politiche israeliane abbiano portato alla creazione di un sistema che, secondo lui, funziona come una "prigione" per i palestinesi, limitando la loro libertà e i loro diritti. Il libro offre una prospettiva critica sulla storia del conflitto, evidenziando le ingiustizie e le strategie di controllo adottate, e invita a riflettere sulle possibilità di un futuro più giusto e pacifico. È un testo che cerca di far comprendere le complessità della situazione attraverso una narrazione appassionata e documentata.”  Insomma, ChatGpt riassume bene il pensiero della grande informazione mondiale “la situazione è complessa”. Già.)