Artigiano editore
6) Luca Ricolfi. La società signorile di massa. La nave di Teseo, 2019
http://www.lanavediteseo.eu/item/la-societa-signorile-di-massa-2/
L’Italia, dice l’autore, è divenuta una “società signorile di massa”, un paese caratterizzato da tre semplici condizioni: “il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l’accesso ai consumi opulenti* ha raggiunto una larga parte della popolazione; l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni”.
Ma come si è creata, come si regge questa nuova organizzazione sociale? Si regge, sostiene l’autore, su tre pilastri: Primo, la ricchezza accumulata dai padri, che fa sì che una quota importante del reddito disponibile non derivi più da redditi di lavoro ma da redditi di capitale; secondo, la distruzione di scuola e università, con conseguente crescita della disoccupazione volontaria, in parte giustificata dall’aspettativa dei giovani di corrispondenza tra titolo di studio e impiego, aspettativa vanificata, dice ancora Ricolfi, da titoli di studio sempre meno credibili; terzo (corsivo mio), la presenza di un’infrastruttura di stampo para-schiavistico descritta come “una serie di situazioni nelle quali una parte della popolazione residente (spesso costituita da stranieri) si trova collocata in ruoli servili o di iper-sfruttamento, perlopiù a beneficio di cittadini italiani. Una condizione che, nel caso degli immigrati, è aggravata dall'impossibilità di esercitare il diritto di voto, proprio come gli schiavi veri e propri nell'antica Grecia, culla e origine della democrazia”.
Il libro si conclude con alcune domande essenziali: l’Italia è un caso unico o semplicemente anticipa quanto accadrà su larga scala in Occidente? E qual è̀ il futuro di una società in cui molti consumano e pochi producono? (E, aggiungo io, in una simile società è anche solo pensabile combattere le diseguaglianze?).
Luca Ricolfi, sociologo e docente torinese, è un ricercatore che può essere molto simpatico o molto antipatico (la parte sulla scuola può irritare e apparire anche discutibile) ma il libro è un libro di numeri, molto ben documentato, e quindi per contestare le tesi, bisogna contestare i numeri o almeno la loro lettura.
Aggiungo una mia considerazione sul “primo pilastro”: È vero, come si sente ripetere spesso, che le famiglie italiane hanno in media una quota di ricchezza privata (risparmi, casa di proprietà, ecc.) più alta della media occidentale europea** ma, in un paese che da almeno 40 anni approva un bilancio dello Stato in deficit e ha un debito pubblico mostruoso, quanta di questa ricchezza privata è semplicemente debito pubblico privatizzato?
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(*) “consumi opulenti” suona roboante ma sono semplicemente quei consumi che non più di 30-40 anni fa erano riservati a una quota molto ridotta della popolazione, dalle multiple vacanze brevi durante l’anno, alle spese per la cura della persona (cosmesi, palestra), ai corsi di meditazione o di cucina, ecc.
(**) Cosa che spinge alcuni politici italiani a protestare “l’Europa vuole rubarci i nostri risparmi” e i nostri concittadini europei a dire “ma perché non vi pagate i debiti vostri con i vostri risparmi?” 😊.
Consigliato a: Tutti, in particolare a chi ha figli ancora adolescenti.
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